POGGIOREALE

PER SCRIVERE AI DETENUTI

Per scrivere a una persona detenuta basta indirizzare la lettera a suo nome e cognome e inserire l’indirizzo del carcere in cui è reclusa. Aggiungere dei francobolli e dei fogli nella busta è sempre utile, poiché all’interno della prigione costano di più che fuori, e in questo modo ci si assicura che la persona possa rispondere. Spesso i tempi possono essere molto lunghi a causa della censura e del controllo arbitrario dell’amministrazione penitenziaria.

A chi inviare la posta:

  • Poggioreale – Casa circondariale Giuseppe Salvia , via Nuova Poggioreale, 167, 80143, Napoli 
  • telefono 081266666 
  • mail cc.poggioreale.napoli@giustizia.it 
  • PEC cc.poggioreale.napoli@giustiziacert.it 

LE PROCEDURE  PER LE VISITE

La procedura prevista per condannati – internati – chi sta facendo appello e ricorrenti: i colloqui con familiari, conviventi e terze persone sono chiesti dal detenuto ed autorizzati dal direttore del carcere. I colloqui con terze persone possono essere autorizzati solo se giustificati da motivi considerati ragionevoli dalla direzione. I familiari, i conviventi e le terze persone ammessi al colloquio si presentano allo sportello dell’ufficio “rilascio colloqui”. L’accesso al colloquio è preceduto dalla verifica dei documenti e dalla perquisizione, con eventuale deposito di effetti personali indicati dall’operatore penitenziario. Spesso gli o le agenti che perquisiscono approfittano di questo momento per trattenere i familiari più del dovuto, per innevorsirli aggiungendo altro stress alla visita al carcere. Si tratta di abusi, raccontare e condividere queste esperienze può servire a stringere solidarietà ed elaborare strategie in risposta alla repressione dell’amministrazione.

  • I detenuti hanno diritto a fino a sei colloqui al mese
  • I detenuti per reati particolarmente gravi hanno diritto a quattro colloqui al mese
  • Al colloquio possono essere presenti al massimo tre persone, ma è possibile la deroga quando si tratta di congiunti o conviventi.
  • Delle deroghe possono essere ottenute per casi eccezionali (infermità, colloqui in presenza di bambini molto giovani)
  • Il colloquio in teoria dura un’ora

ORARI E GIORNI PER LE VISITE:

  • Poggioreale : Martedì – Firenze, Roma 

    Mercoledì – Torino, Genova, Italia, Livorno sx, Napoli, CDT San Paolo 

    Giovedì – Milano, Avellino 

    Venerdì – Salerno, Livorno 

    Il primo lunedi e il terzo sabato del mese Livorno, Napoli, Italia, Salerno, San Paolo 

    Il secondo lunedi e il quarto sabato del mese Milano, Roma, Torino, Venezia, Firenze, Avellino Reparti: Livorno, Milano, Torino, Firenze, Avellino dx, Genova dx – il l°, 2° e 4° lunedì del mese 5° e 6° colloquio 

    Reparti: Firenze, Italia, Roma 1° e 2° piano, Firenze, Italia, Venezia, il martedì 

    Reparti: Napoli, Torino, Roma 3° piano, Napoli, Torino, CDT, San Paolo, il mercoledì 

    Reparti: Milano, Livorno, Avellino DX , il giovedì 

    Reparti: Avellino, Salerno, il venerdì 

    Colloqui Area Verde (periodo da maggio a settembre per detenuti definitivi) con i figli minori fino ai 10 anni dal martedì al venerdì tutti i reparti. 

I PACCHI:

Si possono inviare pacchi al detenuto tramite posta ordinaria. Bisogna indicare mittente e destinatario. La consegna del pacco avviene nella stessa giornata in cui si effettua il colloquio. L’invio di pacchi da parte del detenuto può avvenire tramite colloquio o posta ordinaria. Gli alimenti concessi sono precisati dall’istituto penitenziario. In particolare, non si autorizzano frutti di mare, frutta, pesce crudo e formaggi freschi. Per quanto riguarda l’abbigliamento ammesso, sono vietati i capi in pelle, indumenti con accessori in metallo e quelli dotati di cappuccio, lacci e tacchi alti. Sono ammessi libri senza copertina rigida e foto.

Alimenti ammessi:

Carne e pesce cotto, formaggi, frutta fresca, pane a fette, pomodori da insalata a fette, salami secchi a fette, verdura e ortaggi cotti.

abbigliamento ammesso:

Accappatoio, asciugamani, federe, canottiere, camice, cappotti, calzini, fazzoletti, giacche, maglie, mutande, pantaloni, pigiami, scarpe, tovaglioli, tuta ginnica.

Generi vari ammessi:

Lenzuola e federa, copriletto, coprimaterasso, plaid, fede nuziale o anello senza pietra; medaglietta o ciondolo di modico valore; accendino del tipo usa e getta trasparente; orologio in plastica trasparente; radio di piccole dimensioni; lettore cd; CD-ROM originali, libri e riviste; oggetti di cancelleria; posate, stoviglie, pentole ed utensili per cucinare di tipo e di qualità conformi alle disposizioni ministeriali; secchio in plastica; pattumiera in plastica; bacinella in plastica; bicchieri in plastica; occhiali da vista o lenti a contatto con relativo contenitore per liquidi sterilizzati. Borsello; sacchetti di plastica per rifiuti; detersivo, per bucato e per stoviglie; spugne; generi di pulizia distribuiti dalla direzione; spazzole e pettine per capelli in plastica; rasoio del tipo usa e getta; spazzolino per denti; spazzola per abiti; pennello da barba; sapone; sapone da barba, prebarba e dopobarba; dentifricio; deodorante non spray; shampoo; acqua di colonia e/o profumo; appendiabiti in plastica; forbicine con punte arrotondate, pinzette e limette di cartone; tagliaunghie; piccolo stendibiancheria; contenitori per indumenti; fornellino da campeggio, macchinetta caffè.

INVIARE I SOLDI AI DETENUTI

Per gli acquisti e la corrispondenza la misura mensile è fino a un massimo di €800,00 e quella settimanale fino a un massimo di € 200,00. Sono escluse dai limiti le spese sanitarie e mediche. La misura mensile per l’invio di soldi da parte dei/lle detenuti/e alla famiglia è di € 350,00.

Il limite massimo che il detenuto può avere nel proprio conto corrente è prescritto dalla legge: € 1.032,91 per i definitivi e € 2.065,82 per gli imputati. Oltre tale limite deve inviare i soldi ai propri familiari o conviventi; oppure la direzione provvede a depositare l’eccesso a suo nome presso un istituto bancario o un ufficio postale.

Le persone detenute possono ricevere denaro dai familiari, entro i limiti consentiti, tramite vaglia postale o in occasione del colloquio con i propri stessi familiari.

È possibile inviare denaro ad una persona detenuta tramite:

  1. Vaglia postale indirizzato alla direzione dell’istituto in cui la persona si trova indicando nome e cognome. La Direzione provvede poi a versare la somma sul conto corrente personale del detenuto. In ogni Istituto è previsto l’Ufficio Conti Correnti dei ristretti.
  2. Consegna del denaro allo sportello – colloqui durante la visita in istituto entro il limite di contanti che ogni direzione può decidere nel proprio regolamento interno.
  3. Accredito della somma sul c/c bancario della Direzione indicando anche il codice IBAN. Nella causale del versamento bisogna indicare il nominativo del congiunto detenuto.

TELEFONATE

I colloqui telefonici con i/le detenuti/e sono regolati dalla legge. Le persone detenute possono essere autorizzate a telefonare a congiunti e conviventi e, quando vengono presentati ragionevoli e verificati motivi, con persone diverse.

Le autorizzazioni sono:

  • per gli imputati le autorizzazioni alla corrispondenza telefonica sono di competenza dell’Autorità Giudiziaria procedente
  • dopo la sentenza di primo grado, è competente il magistrato di sorveglianza
  • i condannati possono essere autorizzati dal direttore dell‘istituto

Le persone detenute possono usufruire di un colloquio telefonico alla settimana, della durata massima di dieci minuti.Le detenute per i reati previsti dal primo periodo del primo comma dell’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario (legge 26 luglio 1975, n. 354) possono usufruire di due colloqui telefonici al mese.

Può essere concesso un numero maggiore di colloqui telefonici in occasione del rientro dal permesso, oppure in considerazione di motivi di urgenza o di particolare rilevanza, se la telefona viene fatta con figli di età inferiore a dieci anni, e in caso di trasferimento della detenuta.

I detenuti che vogliono telefonare devono fare richiesta scritta all’Autorità competente all’interno del carcere, indicando il numero telefonico e le persone con cui desiderano parlare. Il contatto viene stabilito dal centralino dell’istituto.La corrispondenza telefonica è a spese della detenuta: la contabilizzazione avviene per ciascuna telefonata.

Le chiamate dall’esterno non sono possibili. Solo un congiunto o convivente della persona detenuta autorizzato puo’ chiamare dall’esterno. In caso di chiamata dall’esterno ad una persona detenuta, a quest’ultima può essere comunicato solo il nome dichiarato dalla persona che ha chiamato.

A POGGIOREALE: i detenuti possono comprare le schede telefoniche tramite modello 391. Una volta autorizzata, la scheda viene consegnata all’ufficio conti correnti che dopo le verifiche richiede all’ufficio “Centralino telefonate detenuti” la consegna all’Ufficio per la successiva consegna al detenuto. 

TELEFONI CELLULARI:

I telefoni cellulari sono vietati dall’amministrazione penitenziaria. Solo in casi eccezzionali, stabiliti dal DAP, è possibile usarlo. I casi sono:

  1. quando le detenute non effettuino da almeno 15 giorni alcun tipo di colloquio;
  2. quando non abbiano altra possibilità di contatto con i familiari
  3. è sempre escluso l’uso per chi è detenuto/a in regime di 41-bis e alta sicurezza

Il nuovo decreto sicurezza promosso da Salvini introduce per le detenute il reato di possesso di cellulare. È chiaro che l’Amministrazione Penitenziaria vuole ostacolare da un lato qualsiasi contatto con l’esterno al di fuori dei momenti regolati dalla direzione (colloqui, visite etc.) e impedire che le notizie da dentro raggiungano l’esterno. Per fortuna le falle nel sistema sono tante e molte persone detenute riescono a far arrivare all’esterno anche con telefonini nascosti i racconti di quello che succede nelle carceri.

LA NOMINA DELL’AVVOCATO:

La persona in stato di fermo arrestata o sotto custodia cautelare nomina l’avvocato. Anche un parente o familiare puo’ nominare un difensore. L’imputato/a puo’ nominare fino a due difensori, le altre parti uno.

Come nominare i difensori:

  • con una dichiarazione resa dall’imputato/a all’autorità;
  • con una dichiarazione consegnata all’autorità dal difensore;
  • con una dichiarazione trasmessa con raccomandata;

Quando l‘imputato/a è detenuto/a la dichiarazione di nomina viene trasmessa all’autorità giudiziaria dalla direzione del carcere.

Quando si può incontrare l’avvocato/a in carcere:

• L’imputato/a in stato di custodia cautelare ha diritto di vedere l’avvocato/a sin dall‘inizio della sua carcerazione (salvo se è il p.m. a stabilire il contrario).

• Quando il/la detenuto/a è definitivo/a, il difensore deve essere nominato autonomamente per richiedere eventuali benefici, rispetto a quello che lo ha assistito nelle fasi del giudizio di esecuzione o di cognizione.

In ospedale:

L’avvocato/a del/la detenuto/a ricoverato/a in ospedale esterno prima di effettuare la visita deve recarsi all’ufficio avvocati dell’istituto penitenziario del/la detenuto/a per ritirare l’attestato di regolarità della nomina.

Gli orari di visita vanno concordati con la direzione sanitaria dell’ospedale.

Per pagare l’avvocato/a quando si è in carcere:

La persona detenuta può scegliere di pagare il difensore tramite il denaro che le viene inviato in carcere, dopo aver presentato domanda scritta alla direzione. La somma viene detratta dal suo “libretto”. In questo caso , il limite relativo alla somma depositata può essere superato, come per le spese relative a multe, ammende e pagamenti di debiti.

le detenute che non hanno i mezzi per pagare l’avvocato/a di tasca propria possono ricorrere al gratuito patrocinio, vale a dire richiedere la nomina di un avvocato/a e la sua assistenza a spese dello Stato. Gli/le avvocati/e devono essere iscritti nell’apposito registro dei patrocinatori a spese dello Stato. Questo elenco dovrebbe essere esposto nelle strutture penitenziarie.

Se la detenuta non nomina un avvocato/a o ritarda, viene nominato un avvocato/a d’ufficio dal Giudice o dal Pubblico Ministero. Questo difensore ha l’obbligo di difendere l’imputata, le spese della difesa di ufficio sono a carico dell’imputato/a ma, se ha diritto al gratuito patrocinio, sono a carico dello Stato. Se viene nominato dall’imputata un nuovo difensore l’avvocato/a d’ufficio cessa dalle sue funzioni.

Esistono delle forme collettive di solidarietà materiale per le persone detenute, casse di solidarietà che possono aiutare nel pagamento delle spese processuali. Si tratta di forme di organizzazione autonoma e che si basano sull’idea di mutualismo, alimentate da chi crede che la repressione e il carcere siano macchine da abbattere tramite la solidarietà concreta.

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Le informazioni che abbiamo trascritto sono solo alcune, e sono spesso le informazioni ufficiali e le norme che “andrebbero” seguite. Spesso però vige l’arbitrarietà della direzione e le vendette di secondini e direttori, e gli abusi vengono applicati al posto delle regole. Per raccontarci cosa succede davvero, per contribuire con le informazioni che mancano o anche solo per condividere un’esperienza, potete scriverci. I nostri contatti sono: 

FB: Parenti e amici dei detenuti a Poggioreale, Pozzuoli e Secondigliano

Email: assembleanticarceraria@bruttocarattere.org

Posta: Via Mezzocannone, 10 – CAP 80130 – Napoli